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s-chiusi

Rivivere i luoghi della relazione

I negozi chiusi dei centri storici colpiscono per il senso di abbandono che producono sul volto della città. Simboleggiano una crisi che investe non solo la dimensione economica ma anche il patrimonio culturale, umano, civile dello spazio urbano: i luoghi della relazione e della convivialità, il senso di appartenenza degli abitanti, la coesione sociale, il carattere della polis, la sua identità. Le microimprese commerciali di prossimità sono un importante elemento della dimensione comunitaria del vivere cittadino. 

 

«S-chiusi» è un progetto promosso dall’Associazione Micro Macro in collaborazione con gli Assessorati alla Cultura e alle Attività Produttive del Comune di Parma e di alcune realtà del territorio, con cui il teatro si fa promotore di un intervento che può alimentare il risveglio esistente di nuove forme di cittadinanza e partecipazione. 

Le tappe di un progetto in divenire

Dopo le prime due edizioni del 2013 e del 2015, «S-chiusi» torna a mettersi in relazione con la città nell’ottobre 2018, e poi ancora nel 2021 per Parma Capitale della Cultura. L’edizione d’esordio nel 2013, dal 29 novembre al 1° dicembre, scelse Via Bixio, la seconda nel 2015, dall’11 al 13 settembre, Piazzale Picelli, Via Imbriani e Piazzale Bertozzi. Dopo aver visitato alcune direttrici dello storico quartiere dell’Oltretorrente colpite dalla desertificazione commerciale, la terza tappa migrò dal 6 al 7 ottobre 2018 in Via Romagnosi e nelle Galleria Polidoro e Bassa dei Magnani. L'edizione 2021, infine, ha toccato diverse zone della città, dall'Oltretorrente alla Galleria Polidoro, fino alle vie del centro.

 

Il progetto intende affermare la specificità dei luoghi, contro le omologazioni commerciali imposte dai grandi brand, che stanno stravolgendo i centri storici, annichilendo una delle caratteristiche italiane: la “diversità”. Il viaggio teatrale nei negozi «chiusi per crisi» non è una festa/evento, ma una sorta di esercitazione di quello che potrà essere in futuro il ritorno alla normalità, una «simulazione» positiva nella quale si invitano le persone a percorrere nuovamente le strade per individuare e visitare i singoli negozi riabitati, una passeggiata creativa che aiuti a superare quella che non deve diventare la rassegnata abitudine a un inarrestabile declino. 

Innescare una riflessione condivisa

 

Un itinerario, dunque, con cui il teatro riporta la vita e le persone dentro gli spazi abbandonati dalle attività commerciali, riapre le serrande chiuse, porta a riscoprire luoghi, angoli percorsi, storie. Punta così a riaccendere la memoria su una ferita della città, per contribuire a innescare uno scatto di riflessione e sensibilizzare l’opinione pubblica, per ripensare le cause e le ragioni di quella ferita, per spingere l’immaginazione a individuarne i possibili rimedi. 

Umanizzare la città


Attraverso una serie di azioni teatrali si restituisce attenzione a questi spazi della fragilità urbana, la cui rinascita può favorire un processo di umanizzazione della città e un movimento di partecipazione e riconquista della cittadinanza, stimolando lo sviluppo di legami sociali e la valorizzazione delle differenze. Il teatro  declina con i suoi pensieri, la sua immaginazione e il suo vocabolario il mondo del commercio, dell’acquisto e della vendita, la loro dimensione comunitaria e conviviale. Sovverte le leggi della comunicazione e del marketing, esce dallo spazio e dal tempo, propone prodotti fantastici e irreali, scardina, evoca, ironizza sui miti e i rituali del consumo, delle merci, degli oggetti, dei sogni. I negozi si s-chiudono, gli abitanti li ripopolano, riscoprono il piacere delle relazioni di vicinanza, si riappropriano per qualche istante di uno spazio urbano da condividere. 

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