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Umanità Nova. Cronaca di una mancata rivoluzione

mar 12 set

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Giardino Segreto

I Moti di Reggio, i cinque anarchici morti sulla strada, sono la disturbante scheggia di un’Italia impazzita, sono l’eco di un “mito” andato a finire male

Umanità Nova. Cronaca di una mancata rivoluzione
Umanità Nova. Cronaca di una mancata rivoluzione

Dove e quando

12 set 2023, 21:30

Giardino Segreto, Strada Macedonio Melloni 4/A

Info

Biglietto intero €7, ridotto studenti e under18 €5

In vendita qui o presso la Libreria Mondadori di Piazza Ghiaia (Parma)

Compagnia Carullo/Minasi

UMANITÀ NOVA

Cronaca di una mancata rivoluzione

I Moti di Reggio, i cinque anarchici morti sulla strada, sono la disturbante scheggia di un’ Italia impazzita, sono l’eco di un “mito” andato a finire male. Una generazione, quella dei ventenni del ’68, che ha lottato e che ha perso, anzi peggio è stata strumentalizzata dal potere.

Ha ragione lo scrittore Luis Sepulveda: “Narrare è resistere”. Resistere alla tentazione di dimenticarli, di dimenticare. Lo spettacolo intende farsi portatore dell’importanza della Storia, della sua conoscenza e della sua corretta trasmissione per evitare che i fatti si ripetano senza che li si conosca. Non a caso il titolo dello spettacolo richiama il nome del celebre settimanale anarchico. La scrittura del testo attraversa diversi protagonisti della vicenda, su tutti, Angelo Casile, uno dei cinque anarchici, ma non solo lui. Ci sono tante voci con linguaggi diversi ma col comune senso di raccontare dal proprio punto di vista la vicenda, una vicenda che pur rappresentando la Storia con la s maiuscola, ha finito per diventare una storia con la s minuscola, una storia che si è cercato in tutti i modi di dimenticare ma soprattutto di far dimenticare. Compito della drammaturgia è stato proprio quello di ripristinare i fatti, di assemblarli seguendo l’ordine degli eventi, eventi che vanno da Reggio a Milano, perché quel periodo storico, quell’occasione mancata in fondo non conosceva nord e sud, non conosceva settentrione e meridione. Ma riconosceva soltanto un sentimento comune: quello della rivalsa e della vendetta.

«Il potere corrompe sia coloro che ne sono investiti sia coloro i quali devono soggiacervi, sotto la sua nefasta influenza gli uni si trasformano in despoti ambiziosi e avidi, in sfruttatori della società in favore della propria persona o casta, gli altri in schiavi». Bakunin

La Compagnia Carullo-Minasi, attiva dal 2010, con le sue prime tre produzioni Due passi sono, T/Empio, Conferenza tragicheffimera, raccolte nella Trilogia sul Limite che è anche progetto di teatro itinerante, riconosce nel “limite” la propria cifra stilistica e la risorsa drammaturgico creativa per la definizione di qualsivoglia atto d’arte, nella sua natura prima d’atto politico-democratico. Seguono De revolutionibus (da due operette di G. Leopardi), Delirio bizzarro, Patruni e Sutta (dall’Isola degli Schiavi di Marivaux) e Marionette, che passione (di Rosso di San Secondo). La drammaturgia di Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi, alternando elaborazioni originali e adattamenti di testi classici, indaga l’assurdità compulsiva del vivere quotidiano, le gioie e i dolori, gli splendori e le miserie del genere umano. Il loro teatro pone le basi per una relazione ed integrazione dei temi della libertà e dignità con molteplici progetti laboratoriali che investono Scuole, Università, Carceri e Centri di Salute Mentale. Molteplici i premi vinti nel corso di quest’ultimo decennio: Premio Scenario per Ustica 2011, Premio In Box 2012, Premio Internazionale Teresa Pomodoro 2013, Premio Fringe Napoli Teatro Festival 2013, Teatri del Sacro edizioni 2013 e 2015, Premio Forever Young 2016, Premio ANCT 2017, Premio Adolfo Celi 2018.

con Giuseppe Carullo, Regia Cristiana Minasi / drammaturgia Fabio Pisano / disegno Luci Renzo Di Chio / costumi Letteria Pispisa /  elementi di scena Cinzia Muscolino / grafica Manuela Caruso / consulenza musicale Alessandro Calzavara / produzione Carullo-Minasi e Sciara Progetti Teatro / collaborazione Fabio Cuzzola, Giovanna La Maestra, Massimo Ortalli, Roberto Zorn Bonaventura

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